Scegliendo qualche libro tra la ricca produzione letteraria israeliana e palestinese, scopriamo che chi vive di là dal muro ha sentimenti, aspirazioni, contraddizioni e sofferenze che sono proprie di ogni essere umano. Un’occasione di conoscenza che permette di cogliere l’umanità del “nemico”.
Dopo la spartizione della Palestina e la nascita dello stato di Israele per i due popoli che abitavano la stessa terra il destino si capovolse: gli ebrei della diaspora che giungevano dall’ Europa, vittime sopravvissute alla Shoah, conquistarono una patria a scapito dei palestinesi allontanati dalle loro terre e costretti a dare luogo ad una nuova diaspora, non meno lacerante, a rimanere nei campi profughi o, dopo la guerra del ’67, nei Territori occupati. Oggi il muro che divide Gerusalemme e la Cisgiordania dal resto del paese non è l’unico emblematico segno materiale di un conflitto che sempre più si alimenta non solo di divisioni fra i due popoli ma di spaccature al loro interno fra sionisti ed ebrei ultraortodossi, palestinesi ancora animati da una speranza di pace sempre più fievole e palestinesi pronti a gesti estremi ispirati da un odio maturato di generazione in generazione contro gli occupanti. Inoltre, le istanze politiche in anni recenti si sono ammantate di un radicalismo che ottunde la ragione e genera mostri. Ma se spegniamo le luci dei riflettori sugli scontri sanguinosi degli ultimi mesi e, per saperne di più, scegliamo qualche lettura fra la copiosa produzione letteraria israeliana e palestinese, quest’ultima meno nota ai più, allora le barriere, anche se non cadono completamente, lasciano aperte delle brecce attraverso le quali si intravede un terreno senza netti confini. Se è vero che la letteratura smaschera la realtà così come Cervantes smascherò don Chisciotte, vale la pena tentare di scoprire nelle narrazioni una dimensione più vera fatta di sentimenti, aspirazioni comuni, contraddizioni e sofferenze condivise sia dagli israeliani che dai palestinesi. Per questo proponiamo dei libri a tema presentando alcune brevi recensioni delle opere di scrittori di entrambe le nazionalità, focalizzando l’obiettivo sulle espressioni letterarie già vitali in Palestina fin dall’inizio del ventesimo secolo e concomitanti alla nascita di una coscienza nazionale, ma affermatesi soprattutto dopo il 1948 con l’adozione di moduli narrativi che maggiormente si prestano alla diffusione delle condizioni umilianti vissute dai palestinesi della diaspora e manifestano l’impegno civile e politico di un popolo. Più noti fuori dai confini di Israele, anche per le interviste e le collaborazioni con i maggiori quotidiani europei, gli scrittori Amos Oz, Abraham Yehoshua o David Grossman, coinvolti in prima persona nel processo di pace. Vincitori di premi prestigiosi, rappresentano la coscienza critica del paese e non mancano di esprimere pubblicamente il loro dissenso nei confronti dell’attuale governo.
a cura di Erica Mondini Edizioni del Faro - Trento 2016
Il progetto Oltre il muro ha raccolto più di settanta storie, scritte da giovani israeliani e palestinesi tra i sei e i sedici anni, che vivono ogni giorno l’esperienza del conflitto. Gli studenti del Liceo Artistico di Trento e Rovereto le hanno lette e fatte proprie, raffigurandole con varie tecniche espressive. Le storie costituiscono brevi squarci di vita quotidiana che raccontano in maniera sofferta, coinvolgente, spesso poetica, la paura, la rabbia, il dolore, ma anche sogni e aspettative di un futuro migliore. I giovani israeliani e palestinesi vivono separati da muri fisici - e mentali – e non hanno occasione di conoscere le sofferenze e le speranze di chi vive dall'altra parte e viene considerato nemico. L’auspicio è che il libro possa contribuire a fare un primo passo per riconoscere memorie e vissuti diversi, precondizione indispensabile per un superamento del conflitto. Accompagnano queste storie le voci delle istituzioni trentine che hanno collaborato al progetto e che si occupano di cultura e relazioni con il mondo, contribuendo a formare la coscienza collettiva di un territorio.
Drammi storici, domande attuali
Palestina e Israele. Scenari di guerra, spiragli di pace
A cura di Micaela Bertoldi Edizioni del Faro - Trento 2017
Il libro riassume un anno di iniziative volte ad approfondire la situazione geopolitica della Palestina. In questa terra a noi così vicina non si è ancora trovata una soluzione in grado di rendere giustizia al diritto di entrambi i popoli di vivere in pace, libertà e sicurezza e si sono create le condizioni per un tragico, insanabile conflitto. Anche l’Europa ha gravi responsabilità in tale conflitto, in quanto complice col suo silenzio della criminalità nazista di ieri e dell’attuale dilagare delle tensioni e delle violenze. Il libro raccoglie i contributi di vari relatori intervenuti in serate, convegni, incontri nelle scuole, componendo una riflessione a più voci: intellettuali e cittadini palestinesi e israeliani, impegnati in progetti di dialogo e collaborazione (Adwan Sami, Al Qaryouti Samir, Dhaher Safa, Dahmash Wasim, Halper Jeff, Milgrom Jeremy), rappresentanti della cultura, delle istituzioni e associazioni trentine (Jabbar Adel, Martinelli Alessandro, Milgrom Jeremy, Mondini Erica, Nardelli Michele, Pilati Massimiliano, Solera Gianluca, Tonelli Paolo, Carlin Antonella). Ad aiutare la riflessione, nel libro sono presenti anche alcuni stralci letterari di autori che si sono interrogati sulle fasi buie della storia, sul tema dei confini, delle patrie, delle identità e dei muri: alla ricerca delle molte ragioni che rendono degna l’umanità. Si è cercato di mettere a fuoco la drammatica situazione nel Vicino Medio Oriente, con la guerra in Siria e con l’irrisolto nodo della Palestina occupata da colonie israeliane. Tutto ciò pone grandi domande, interpella le coscienze dei decisori politici e dei normali cittadini, soprattutto se si ritiene di corrispondere al dovere di non restare indifferenti di fronte all’ingiustizia storica e ai massacri contemporanei. Il lavoro compiuto ha seguito un filo conduttore, che potrebbe essere sintetizzato con la domanda che segue: “Perché non si riesce a superare la tentazione di volere schierare il mondo, dividendolo in linea astratta in pro e contro, in buoni e cattivi, come se tutte le società non dovessero confrontarsi con logiche di potenza a cui si subordinano le libertà individuali, i diritti dei popoli, le possibilità di sopravvivenza materiale e culturale?”