Pubblichiamo di seguito l'email che abbiamo ricevuto da Patrizia Cecconi, che ha promosso il progetto che vi abbiamo presentato nel precedente post. Ci aggiorna sull'esito della campagna di raccolta fondi e sulla situazione legata all'emergenza Covid a Gaza. Ogni piccolo contributo è importante perchè può fare la differenza.
"Care e cari che avete contribuito alla raccolta fondi per il progetto "Mascherine per Gaza", con questa mail vi forniamo gli aggiornamenti circa il progetto e l'attuale situazione a Gaza. 1) L'obiettivo dei 7.000 euro è stato raggiunto e superato grazie a tutte e tutti voi. 2) Molte persone che non conosciamo hanno contribuito mostrando fiducia nei nostri confronti e, cosa più importante, solidarietà col popolo di Gaza. Grazie di cuore. 3) Le mascherine hanno già raggiunto diverse centinaia di persone e nei prossimi giorni la consegna sarà completata. Idem saponi e igienizzanti. 4) Stiamo inviando i bonifici giorno per giorno in concomitanza con la produzione e distribuzione del materiale. 5) Dapprima ci erano stati chiesti i saponi ma poi, per la situazione particolare in cui si vive a Gaza ci è stato chiesto se al posto del sapone potevano avere i liquidi igienizzanti e se potevamo fornirgli anche i guanti sanitari. Abbiamo accolto la loro richiesta e se dovremo mandare qualche centinaio di euro in più potremo farlo perché la raccolta è andata molto bene. 6) Nei prossimi giorni avremo la lista completa dei beneficiari e altre foto - discrete - del momento della distribuzione. Ho chiesto di non porre nessuno sotto l'obiettivo per essere fotografato come se dovesse dirci grazie, ma di inviarci solo immagini che documentino la distribuzione. 7) Le foto che vi allego sono quelle del laboratorio Maraky edi alcuni beneficiari delle prime mascherine. Alcune scattate oggi e altre nei giorni scorsi. Non volevamo che mettessero il logo dell'associazione sui pacchi ma ci hanno risposto che è un modo per garantire il buon esito del finanziamento e non potevano farne a meno. Inoltre il nostro referente (Sami Abuomar) ci ha scritto che le mascherine non si trovano e quindi molti, compresi i panificatori che vedete in foto, lavoravano senza. La cosa ci sembra strana perché avevamo letto su qualche giornale mainstream di altre sartorie che stavano virando la propria produzione verso camici, tute e mascherine. Forse non si trovavano a prezzi accettabili, non sappiamo, ma comunque siamo contenti di aver potuto fare una piccola cosa positiva grazie alla ditta Maraky che ci ha venduto le mascherine al costo equivalente a circa 25 centesimi di euro. 8) vi copio il link ad un articolo in cui potrete leggere la storia di Soad, la fondatrice della Maraky company. Una storia molto simile, purtroppo, a quella di altre palestinesi rimaste vedove giovanissime, come lei, per mano israeliana. Soad non si è arresa e, paradossalmente, proprio questo virus killer ha dato a noi la possibilità di conoscerla e di darle una mano. Qui trovate la sua storia https://www.pressenza.com/it/2020/04/gaza-lei-si-chiama-soad-e-produce-mascherine/ 9) il contagio a Gaza sta crescendo ma limitatamente. Le persone poste in quarantena cautelativa sono molte, al momento sono più di mille, ma ad oggi di infettati ce ne sono stati 13, di questi ne sono guariti 8 e sono stati dimessi dagli ospedali e mandati in quarantena cautelativa. Altri 5 sono ancora in ospedale ma ci dicono che non hanno sviluppato la malattia in modo grave. Se si riesce a contenere il contagio significa non far scoppiare gli ospedali e poter curare adeguatamente quelli che ne hanno bisogno. Consideriamo che in tutta la Striscia ci sono - per due milioni di abitanti - solo 87 posti di terapia intensiva. Non va meglio in Cisgiordania dove ce ne sono 217 e molti più infettati. Possiamo solo sperare che anche lì in contagio si fermi. Veniamo ora alla raccolta fondi. La cifra raccolta grazie a voi che ci leggete e alle altre e altri donors di cui purtroppo abbiamo solo il nome nell'accredito bancario, al momento ha raggiunto 9.075 euro e, date le numerose richieste che ci arrivano da Gaza, stiamo decidendo di usare le eccedenze nel modo seguente: a) una parte in solidarietà con altre associazioni e precisamente: Gazzella, rispondendo all'appello per acquisto medicinali e altro materiale sanitario, e NWRG-newweapons research group, per finanziare l'acquisto di un ecografo per il reparto maternità dello Shifa Hospital di Gaza city. b) una parte più consistente, orientativamente intorno ai 1.600 euro, per l'acquisto di beni alimentari di produzione locale (sostenendo in tal modo i piccoli agricoltori gazawi) secondo il progetto presentatoci dall'associazione Herak Youth Center di Al Zawaida (vicino Nusseirat al centro della Striscia) che conosciamo bene e di cui apprezziamo, oltre alla serietà e alle competenze, la qualità del lavoro che portano avanti con i bambini. Di quanto acquistato e distribuito, sempre alle famiglie maggiormente svantaggiate, avremo adeguata documentazione. Se volete saperne di più circa l'associazione Herak potete andare qui: http://www.herak-youth.org/ Per il momento è tutto, spero di essere stata esaustiva e di non aver dimenticato niente e questo significa che il prossimo aggiornamento non supererà le tre righe ;) Vi auguro delle buone giornate, vi ringrazio a nome dei destinatari oltre che della nostra associazione e resto a disposizione per qualunque chiarimento. Patrizia Cecconi"
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Siamo stati di parola. Per dare concretamente seguito al nostro appello a non lasciare solo il popolo palestinese durante la pandemia, siamo stati felici di aderire alla raccolta fondi straordinaria lanciata dall’Associazione Oltre il Mare. Il progetto si propone di dotare, in tempi rapidi, le famiglie più indigenti di Gaza di materiale sanitario di base, ovvero mascherine, saponi e igienizzanti. Anche in questa situazione di emergenza è importante sostenere l’economia locale. La scelta dell’Associazione Oltre il Mare non è quindi quella di far arrivare il materiale sanitario dall’estero, anche perché la consegna sarebbe probabilmente impedita dal governo israeliano, ma al contrario di finanziarne la produzione in fabbriche e stabilimenti della Striscia di Gaza. Quella che vedete in foto è Soad Kalub, che dirige l’azienda artigianale Maraky, una delle poche sartorie specializzate nella produzione di camici, tute ospedaliere, mascherine chirurgiche e simili. Nonostante la distruzione della sua precedente azienda durante un bombardamento, Soad continua a portare avanti la sua attività, garandendo emancipazione economica ad un gruppo di donne. Alleghiamo la scheda del progetto, certi che anche voi vogliate far sentire la vostra vicinanza alla Palestina. PER SOSTENERE IL PROGETTO VI INVITIAMO A FARE UN BONIFICO BANCARIO NEL C/C INTESTATO A: Associazione Oltre il Mare presso Banca del Fucino codice Iban: IT83 N031 2403 2170 0000 0233 534 CAUSALE OBBLIGATORIA: progetto mascherine per Gaza
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